Rive #2
Pagine: 132
ISBN: 9788860681386
Pubblicazione: 2018
€ 15,00
"Dalla nobile provincia poetica delle Marche, su cui domina il grande, compianto Franco Scataglini, ci viene incontro un poeta nuovo: non perché inedito ma perché, temo, ancora troppo poco noto. Le forme predilette di Scarabicchi sono i racconti minimi e gli epigrammi, che si cristallizzano nell'ultima sezione, epigrammi per così dire pieni, non vuoti; e brevi sono anche, in assoluta prevalenza, i versi. Un piccolo emblema di questa brevitas è il Sasà della lirica omonima, "seme" "di un nome lungo". Questa rastremazione formale s'incontra col tema predominante nel libro, vale a dire i ricordi, la continuità o meglio l'invasione del passato nel presente, e lo rifila, lo riduce ai minimi termini e alla sua essenza, cioè a barlumi (proprio per questo più pungenti) non a ricostruzioni organiche. Nulla di sorprendente perciò se, in questo schiacciamento del presente da parte del passato, l'io poetante appare un ospite, e le parole chiave sono niente, nessuno coi loro correlati figurativi della neve, della nebbia o bruma, del vento stesso. Ma c'è qualcosa che ritrae quest'ospite al di qua del nichilismo, e sono le "voci delle cose", l'attenzione del suo sguardo: come già dichiarano i titoli la poesia di Scarabicchi è anche piena di reali a (compresi quelli toponomastici che lo àncorano a luoghi precisi); se non lo riempie, almeno lo sfiora, scivolando via, una vita minimale autentica di luoghi, vegetali, stagioni, presenze femminili. Questo incontro fra nichilismo e realismo autobiografico, o meglio questo vivere nell'ombra delle piccole cose quotidiane, delegando il significato della vita al passato, sono l'insegna di Scarabicchi, e forse di tanta poesia della sua generazione". Pier Vincenzo Mengaldo
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