Marina Pizzi
Marina Pizzi (Roma, 1955) ha pubblicato vari libri, tra cui: Il giornale dell’esule (Crocetti, 1986), Gli angioli patrioti (Crocetti, 1988), Acquerugiole (Crocetti, 1990), La devozione di stare (Anterem, 1994), L’acciuga della sera i fuochi della taras (Pensa, 2006), Ricette dal sottopiatto (Besa, 2011), Un gerundio di venia (Oèdipus, 2012), Segnacoli di mendicità (CFR, 2014), Feritoie ogivali (Bertoni, 2018), L’andarsene del baro (Camera Verde, 2019), Alfa epifanica dello steccato (Terra d’Ulivi, 2019), Finita locazione (Bertoni, 2020) e Infernetti per un apolide (edit@, 2022). Si sono interessati alla sua poesia, tra gli altri, Pier Vincenzo Mengaldo, Luca Canali, Giuliano Gramigna, Marco Giovenale, Giacomo Cerrai, Alessandro Baldacci, John Wall Barger, Alessio Zanelli, Massimo Sannelli, Ennio Abate. Ha fatto parte – insieme a Massimo Bacigalupo, Milo De Angelis, Franco Loi, Tomas Tranströmer, Derek Walcott e altri autori – del Comitato di redazione della rivista internazionale «Poesia», prima serie, fino al numero di aprile 2020. È redattrice del litblog collettivo La poesia e lo spirito e collabora con il portale di cultura Tellusfolio. Ha lavorato presso la Biblioteca di Area umanistica Giorgio Petrocchi dell’Università degli studi Roma Tre. È stata tradotta in persiano, inglese e tedesco.
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