Stefano Iori
Stefano Iori è nato a Mantova nel 1951. Dal 1979 al 1985 ha svolto un’intensa attività teatrale e televisiva, in Italia e all’estero, come attore e regista. Iscritto all’Albo dei Giornalisti Professionisti, ha lavorato per diverse testate. Debuttò come saggista nel 1992, firmando il volume “Scritture del teatro” (Edizioni Provincia di Mantova). Si è rivelato al pubblico e alla critica con la filmografia ragionata “I Grandi del cinema – Tinto Brass” (Gremese, 2000). Ha collaborato con vari editori in qualità di curatore, fra questi Editoriale Giorgio Mondadori. Ha firmato quattro libri di poesia: “Gocce scalze” (Albatros Il Filo, 2011), “Sottopelle” (Kolibris, 2013, con prefazione di Gio Ferri), “L’anima aggiunta” (SEAM, 2014, con prefazione di Beppe Costa e traduzione in inglese a fronte; ristampa per i tipi Pellicano, 2017), “Lascia la tua terra – Sinfonia del congedo” (Fara, 2017, con note di Flavio Ermini, Gio Ferri, Rosa Pierno, Ida Travi). Ha pubblicato il romanzo “La giovinezza di Shlomo” (Gilgamesh, 2015). Sono seguiti il saggio “Animali fantastici dell’ebraismo”, (Terra d’ulivi, 2020) e il volume “I semi dell’incanto. Racconti 1972–2020” (Gilgamesh, 2021). È direttore responsabile della rivista letteraria «Menabò», nonché direttore artistico del Festival Mantova Poesia e coordinatore del Premio Terra di Virgilio. Dirige la collana «Pensiero Poetico» edita da Terra d’ulivi. Realizza libri d’artista in collaborazione con autori italiani e stranieri. È studioso del pensiero ebraico.