Pequod #48
Pagine: 208
ISBN: 9788860683120
Pubblicazione: 10 giugno 2024
€ 18,00
Nel quotidiano spettacolo della Riviera degli anni ’60, ’70, ’80 era presa sul serio la gente del sabato sera, si viveva la gioia fisica della superficie, dei corpi in espansione, il va e vieni di sensi disorientati come in una danza, si andava alla ricerca non dell’inconscio della città, dove s’ammassano relitti, ossessioni, fallimenti, ma della bellezza e delle impurità del buio, del peso dell’amore, che non è conforto, di incontri fugaci e ingannevoli, sguardi d’incerta rugiada, la giostra della spossatezza… Sullo sfondo, ma lontana, per un decennio, era la lotta tragica che non lascia margini di scelta, anch’essa apparteneva alla fisicità dei corpi e degli oggetti, la macchina da guerra della libertà di classe… l’anima tumultuosa.
Ora è avviato come una Repubblica di Weimar al suo cupo tramonto quel mondo di sana euforia, cabaret, case raffinate, modeste pensioni, pub in cui si spettegolava con l’indulgenza di chi ha già tanto vissuto e rimpiange che sia finito il tempo in cui regnava la pelle delle passioni, locali dove molti condividevano le solitudini e i ricordi di bambini poveri o di bambini perduti in un’agiata noia domestica; s’incrociavano quel tipo di storie che suggestionano fintanto che si vivono e appena cessano si dimenticano, luce di stella morta, o quel tipo di storie che finiscono in dolcezza o in una rottura con la vita precedente.
Svanito, come una dolce putrefazione di rossi lecca-lecca.
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